
Quella che sto per raccontarvi è la storia di un uomo semplice un “ giovane” nato negli anni venti che da sempre ha dedicato la sua vita al benessere dei suoi cari. Ogni piccola incombenza cadeva sulle sue spalle, ma lui aveva una soluzione a tutto. Con lo sguardo fiero e con una grande forza d’animo affrontava la dura vita di tutti i giorni.
Altri tempi, quando a vent’anni si era già responsabili, allora si che esistevano i veri uomini, con lo spirito temprato dalla fame, dalla guerra, non come oggi. Ventenni tatuati che fingono di essere duri e che nel frattempo si fanno lavare le mutande dalla mammina. Altri tempi………
Ma oggi non sono qui per fare polemiche. Non ne ho voglia, non ho sarcasmo, ma ho tanta rabbia. Il giovane degli anni venti ha concluso la sua vita. Certo è il ciclo della vita, si nasce e si muore.
Ma la morte è davvero uguale per tutti? No amici miei. Non lo è.
Diversamente, non si sarebbe lasciato morire un uomo nel suo letto in preda a dolori disumani che solo una malattia infima come il cancro ti può dare. Nessun medico, ha voluto fargli una puntura di morfina quando morente chiedeva aiuto. Nessuno. Certo aveva le pastiglie di morfina. Ma come si può pretendere che un vecchio in fin di vita riesca ad assumere una pastiglia? “ Chiami lunedì.Adesso il medico che può autorizzare l’iniezione, non è in sede”
Peccato solo che oggi alle dodici una luce si è spenta per sempre. Ma nella mia mente rimarrà per sempre il suo sguardo fiero e sofferente e l’amore che ha regalato, fino all’ultimo istante, alla sua famiglia.
Ciao ZIO P.