domenica 25 gennaio 2009

Lampedusa


Popolo di Internet, finalmente riesco ad aggiornare il mio blog e i temi sui cui condividere opinioni non mancano di sicuro. Tra i vari fatti di cronaca mitragliati dai mass media, mi ha fatto riflettere il corteo d’immigrati che, pacificamente, ha raggiunto il municipio di Lampedusa per lamentare le condizioni non troppo dignitose del famigerato centro di accoglienza. Poveri immigrati, scelgono l’Italia snobbando Grecia e Turchia, geograficamente parlando più vicine a loro, perché il nostro governo è munifico o semplicemente perché, visto lo scarso controllo, è più facile approdarci?Non lo sapremo mai, sta di fatto che il centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove sono state stipate anche 1300 persone a fronte di una capienza massima di 800, sta scoppiando rendendo ancora più disumana la permanenza degli immigrati. Per fortuna che il nostro caro Berlusconi non perde mai il senso dell’umorismo neanche di fronte alla fuga di massa (meglio di un comico di Zelig) "Situazione sotto controllo, andavano in paese per una birra come al solito", senza parlare dello stato pontificio, che dichiara “Tra gli ‘umiliati e offesi’ della terra, che sbarcano a Lampedusa, c’è Cristo : rispedendo indietro chi si rivolge a noi per aiuto non ammettiamo alla nostra mensa il Figlio di Dio”.Moralmente e utopicamente parlando mi sento vicina alle dichiarazioni rilasciate dalla chiesa, i clandestini fuggono da situazioni drammaticamente ben note,ma il nostro paese è allo stremo e nonostante l’accordo Berlusconi/ Gheddafi, che in cambio di risorse economiche vantaggiose e la restituzione della Venere di Cirene avrebbe garantito un efficace controllo delle partenze verso Lampedusa e Pantelleria, la situazione è peggiorata ulteriormente, creando situazioni di sconforto e sfiducia anche nel popolo Italiano. Inoltre mi lascia perplessa la dichiarazione rilasciata da Gasparri "Sull'immigrazione clandestina serve severita' e fermezza. Il governo sta agendo con determinazione ma bisogna intensificare la presenza di militari e forze dell'ordine su tutto il territorio per respingere i clandestini". Cosa intendeva dire? Ai posteri l’ardua sentenza.

venerdì 2 gennaio 2009

Striscia di Gaza


Una piccola superficie, lunga all’incirca 40 km e larga 10 km, detta striscia di Gaza, sita sulla costa del Mediterraneo, tra l’Egitto e Israele, è da sempre martoriata dagli scontri fra due popoli.
Ma vediamo un attimo di ripercorrere, storicamente parlando, le vicende politiche di Gaza. Iniziamo dai suoi confini stabiliti nel lontano 1948, dopo la creazione dello stato d’Israele, e attualmente ben delimitati da una barriera di metallo costruita dagli Israeliani e come se ciò non bastasse, vi è una zona di altri 300 metri dalla parte della Striscia continuamente controllata dall’esercito israeliano. Il continuo assedio del territorio Palestinese è terminato nel 2005, ma tutti i valichi sono stati chiusi, imprigionando i Palestinesi e costringendolo ad uno stato costante d’indigenza, infatti, non hanno avuto la possibilità di ricevere combustibile, cibo e medicine e materie prime per i vari settori economici.
A causa di questa paralisi totale, condannata dalle organizzazioni internazionali e giustificata da Israele come una misura necessaria per tentare di impedire il lancio di razzi dalla Striscia contro i suoi cittadini, la gran parte delle famiglie nella striscia di Gaza è costretta a vivere sotto il limite di povertà con un tasso altissimo di disoccupazione, peggiorata dal fatto che il governo di Hamas 2005, non è più riuscito a retribuire nemmeno gli impiegati pubblici. “Da quando, infatti, Hamas ha vinto le elezioni ed è andato al governo, sono stati congelati gli aiuti umanitari internazionali e Israele si è rifiutato di continuare a versare all’Autorità palestinese i proventi delle tasse riscosse per conto dell’autorità stessa”.
Una tregua di sei mesi mediata nel giugno 2008 dall’Egitto, viene drammaticamente interrotta alle 11.30 di sabato 27 dicembre : Israele lancia un massiccio raid aereo contro la rete di infrastrutture del movimento islamista che controlla Gaza dal giugno del 2007 e ad oggi Secondo le autorita' di Gaza il nuovo triste bilancio di questi giorni di violenza e' arrivato a 430 palestinesi uccisi e 2.250 feriti.