giovedì 27 marzo 2008
EDITORIA A PAGAMENTO
Ho letto un interessante intervista sull'editoria a pagamento, http://historicailfoglioletterario.menstyle.it/archive.php?eid=7. Sappiamo tutti perfettamente che il mondo dell' editoria è un pò una ' casta'. Sono sempre i soliti volti noti che, riescono stranamente, a farsi pubblicare. Certo ci sono i casi, rari, di particolare bravura e talento,per cui una casa editrice decide di investire. Ma sono rari appunto, per cui molti aspiranti scrittori,non per vanità ma come ultima spiaggia, decidono di rivolgersi all'editoria a pagamento. Personalmente ho avuto diverse proposte di pubblicazione a pagamento, ovviamente, che hanno spesso sfiorato i mille euro. Assurdo. Ho ceduto al print on demand presso una casa editrice seria che non pubblica qualsiasi castroneria, prova è il fatto che ha pochi autori. Devo dire però che questa scelta non mi ha comportato nessuna spesa. Anzi il libro è presente in parecchie vetrine online e sono felicissima. Ma devo dire che mai e poi mai avrei speso un euro per la pubblicazione. Lo trovo umiliante ed ingiusto. Cosa ne pensate?
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9 commenti:
Beh in effetti non è una cosa carina, se non fosse che ho sentito dire a Moccia che, quando era ancora sconosciuto e nessun editore no-contributo lo voleva pubblicare, alla fine si è rivolto ad un editore che richiedeva un contributo economico, tipo 3 milioni di vecchie lire. I ragazzi hanno avuto la possibilità di leggere il suo libro, se lo sono fotocopiato e passato, finchè non è arrivato nelle mani della Feltrinelli. Insomma una cosa del genere. Diciamo quindi che se nessuno è in grado di capire la tua opera e di pubblicarti ma tu scrittore credi nella tua opera, forse è giusto investire dindini. L'unico problema è che forse, come dici tu, oggi la maggior parte delle case editrici decide di non investire sugli esordienti sconosciuti ma sceglie volti o nomi noti. La pubblicazione gratuita è una buona agevolazione per l'artista che di solito è povero come da tradizione, visto che dopo la pubblicazione la parte più dispendiosa per l'autore è la distribuzione. Quindi anch'io sono per il print on demand, più conveniente forse sia per l'autore che per l'editore. Mi piace pensare però, che esistano ancora editori che si innamorano di un'opera, credono nel suo valore e decidono di pubblicare il libro accettando il rischio. Anche perchè esistono ancora molti lettori che scelgono un libro per curiosità, per puro innamoramento, per istinto.
@Ponke- 2 parole su Moccia: Andrebbe chiarito che il padre di Federico Moccia era un signore molto famoso e ben introdotto nel mondo della televisione, del cimena e dintorni. Era noto con il nome d'arte di "Pipolo", quello di "Castellano e Pipolo", per capirci. Nonostante questo, Moccia non è riuscito a farsi pubblicare, ha deciso di stampare 2500 copie e poi non si è dato pace finchè non è riuscito a venderle tutte (cosa che se non hai altro da fare nella vita, potrebbe riuscire quasi a chiunque). Si favoleggia che poi l'editore sia fallito e che per questo sia cominciata la leggenda delle fotocopie. E' difficile credere che un editore a pagamento che riesce a vendere 2500 copie di un libro poi fallisca, comunque il modo in cui 3MSC è arrivato alla Feltrinelli non è certo per le suppliche degli adolescenti scontenti di leggere il romanzo in ciclostile. Quello che è successo (e che lo stesso Moccia ha ammesso in più di un'occasione) è che 3MSC è capitato in mano al regista che poi avrebbe fatto il film con il bonazzo Scamarcio. "Capitato", quando sei figlio di Pipolo, è un'altra cosa dura da credere, in ogni caso è stato a quel punto che la Feltrinelli (scaltra commercialmente quanto qualsiasi altro editore) si è interessata ai diritti.
Morale della favola: persino se in qualche modo sei inserito nella "casta", se scrivi una boiata e pubblichi a pagamento, questo non fa di te uno scrittore.
Gli editori veri ti pubblicano solo quando vedono l'opportunità di vendere bene, in un modo o nell'altro.
Marco71
Ciao grazie per la tua "campana" su Moccia molto più informata di me :-)
Peccato però, la mia versione era molto più romantica!
Spazio ai giovani, qualcuno si è mai accorto che per i giovani non c'è mai abbastanza spazio? Nel lavoro, ma anche nel mondo della narrativa, dove spiccano sempre e solo i soliti nomi noti e non perchè talentuosi ma perchè la maggior parte del pubblico compra il prodotto pubblicizzato. Fabio Volo passa in TV e va in classifica; Mauro Corona passa in TV e va in classifica; Adriano Sofri passa in TV e va in classifica. . .e gli scrittori esordienti come se la pagano la pubblicità? Preciso che tale sottile considerazione che condivido in pieno è frutto di Massimo, autore del libro "La ventitreesima primavera "
Ciao a tutti, credo di poter dire di essere uno di quei rarissimi esordienti che è riuscito a sfondare il muro della casta senza nessunissima entratura. Sia chiaro: ho pubblicato e venduto una tiratuta di circa 16000 copie, ho avuto una bella soddisfazione, ma da questo a diventare un professionista ce ne passa...
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Pubblicare con un vero editore, comunque, è difficile, richiede una notevole determinazione e "organizzazione" nel proporsi. Ma soprattutto richiede di aver scritto qualcosa di sufficientemente originale, e scritto abbastanza bene da essere un valido punto di partenza per un editing professionale.
Detto questo, resta vero che, una volta in libreria in mezzo a tanta roba molto più pubblicizzata, vendere il libro rimane una lotta, ma l'editore punta comunque a vendere e la pubblicità, nei limiti delle ambizioni di vendita che ha, ce la mette.
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A brevissimo, nel mio blog, racconterò il modo in cui sono riuscito a farmi pubblicare, e la fase di editing e promozione da parte della casa editrice. Vi invito a leggerlo: per chi aspira a pubblicare è un respiro di speranza.
Grazie della vostra attenzione,
Francesco Cagno.
Perfetto, allora non vedo l'ora di poter leggere, come riuscire a farsi pubblicare, e sopratutto farsi conoscere e complimenti per le 16000 copie, come si chiama il tuo libro. Il tuo streghetta?
Silvia78
Mi ha fatto piacere leggere e sapere che qualche nuova “promessa” riesce a pubblicare, senza nessun compromesso e grazie a Marco 71 e Monica per le loro fini e utili considerazioni .Come dicevo nel post, ci sono delle case editrici che decidono di “investire” su nuovi talenti e tu Francesco, devi esserlo senz’altro, sicuramente 16000 copie non sono poche. Mi farà piacere leggere “prossimamente” le tue esperienze. Cara Silvia, il mio è un libro fantasy” Alyson ed il mangiatore D’anime” scritto e pensato per ragazzi d gli 11anni, ma ho notato con enorme piacere che piace anche agli over 30. Una mia carissima amica ha scritto una recensione sul suo blog http://www.crashponke.com/ del mio libro.
"Se mi lasci sto male", Newton Compton Editori.
Non lasciatevi ingannare dal titolo apparentemente melenso e dalla copertina: non ha niente a che vedere con il genere neoromantico.
E'una storia di spionaggio intersecata con una commedia dai toni ironici. Parla di un'Italia in cui l'inganno amoroso ha raggiunto livelli patologici, al punto da dover mettere in piedi una polizia specializzata per questo tipo di crimini. Nascosta dietro una trasmissione televisiva in stile "Stranamore" (che si chiama appunto come il titolo del libro), questa agenzia segreta rintraccia i predatori di sentimenti e li neutralizza, sotto il comando di una carismatica ex spia.
Scritto pensando ai 30-40enni, sta piacendo molto anche ai giovanissimi e persino agli adolescenti.
Nel mio blog trovate più dettagli, oltre a un racconto inedito che sto pubblicando a puntate, ricavato da alcune parti tagliate in fase di editing.
Parla degli inizi della mia protagonista: Margherita Ficarazzi.
Ciao,
Francesco
Pubblicare a pagamento non é un peccato mortale, ma bisogna sapere che poi nessuno si occuperà di pubblicizzare e distribuire il tuo libro. Quindi é un metodo di pubblicazione che si avvicina all'autoerotismo, non c'é riproduzione. Comunque, per gli esordienti in cerca di informazioni ed aiuto consiglio il sito de Il rifugio degli esordienti http://www.danaelibri.it/rifugio/rifugio.htm, oppure il sito di Paolo Dune http://www.paolodune.it/, che propone un contratto standard da utilizzare per pubblicazioni a pagamento.
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