venerdì 8 ottobre 2010

RIFLESSIONI



Gli ultimi giorni sono stati funesti. La morte di Sara Scazzi, ha colpito la sensibilità di ognuno di noi. Quegli occhi dolci e curiosi, la spontaneità che solo una ragazzina di quindici anni ci può regalare, sono entrati quasi ogni giorno nelle nostre case. Speravamo che fosse una fuga spontanea, una bravata ed invece abbiamo appreso con estrema amarezza della sua morte.Una vita spezzata, un fiore delicato reciso con violenza dalle mani vissute di un uomo, rozzo e dall'aspetto poco intelligente. L'orco era suo zio.
Zio Michele, che con toni semplici e disperati piangeva come un bambino davanti alle telecamere e si mostrava anche davanti al garage, proprio dove ha tolto la vita a Sara. Uccisa perché lei lo rifiutava e violentata diverse ore dalla sua morte. Poi gettata dentro ad un pozzo,e zio Michele, torna a casa, con le sue membra stanche e le mani luride, e non a causa della terra che lui lavora, si sdraia nel suo letto, mangia dorme e la sua coscienza si zittisce....

Poi dopo quasi un mese e mezzo, sbucca il telefonino di Sara.A trovare il telefonino è stato lo zio della ragazza mentre stava lavorando in un terreno che si trova sulla strada che collega i comuni di Avetrana e Nardò, nel territorio di Porto Cesareo (Lecce). L'uomo, che doveva ripulire il terreno dalle sterpaglie per poi bruciarle insieme ad altri operai, ha notato il telefonino e lo ha segnalato ai carabinieri. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine che stanno concentrando nella zona del ritrovamento le ricerche.

Chiunque di noi ha iniziato ad avere sospetti su di lui e a non credere a quella strana coincidenza. Aldilà di tutto, credo che la morte di Sara, si aggiunga ad una lista infinita di uccisioni nell'ambito familiare. Omicidi a sfondo passionale da parte di uomini ossessionati da un desiderio impossibile o dalla paura di essere abbandonati. Povera Sara, la mia pena per lei è sincera e profonda. Sarebbe davvero utopico sperare in un mondo senza barbarie?

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